Hai subito un intervento chirurgico con protesi all’anca difettose a manifesti sintomi come infezioni o dolori insopportabili?
Per legge hai diritto ad un risarcimento!
Con il nostro team di avvocati specializzati ricevi l’assistenza necessaria per ottenere ciò che ti spetta.
Indice dei contenuti
Quando spetta il risarcimento per protesi all’anca difettose
I problemi di protesi difettose all’anca, ginocchio o seno rientrano nei casi di malasanità. Per tale motivo, chi subisce tali danni ha diritto a un risarcimento che include sia i danni fisici e psicologici, sia le conseguenze sulla qualità della vita.
E’ bene precisare che questi danni sono spesso causati da un posizionamento errato, malfunzionamento o infezioni legate all’impianto, dovuti a errori medici o diagnosi sbagliate.
La nostra assistenza per farti ottenere il risarcimento
Il nostro obiettivo è proteggere i tuoi diritti, comprendere le tue esigenze e farti ottenere giustizia attraverso avvocati specializzati nel settore della malasanità.
Dopo aver ricevuto la tua segnalazione:
- Ti invieremo una mail di conferma con tutti i dettagli sui prossimi passaggi
- Un nostro consulente ti contatterà per rispondere a qualsiasi dubbio o domanda
- Analizzeremo attentamente i referti medici a tua disposizione
- Prenderemo in carico il tuo caso, avviando subito le procedure necessarie.
I nostri avvocati si occuperanno di:
- disporre un tentativo di conciliazione con la struttura medica
- avviare una causa civile, se non viene raggiunto un accordo
- farti ottenere il massimo risarcimento per i danni subiti.
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Quali danni sono risarcirti in caso di protesi difettose dell’anca
Tra i danni oggetto di risarcimento per malasanità e protesi difettose, è importante distinguere:
- danno patrimoniale, che include il rimborso delle spese sostenute per il trattamento, la perdita di guadagno durante la convalescenza e i costi per la correzione e riparazione del danno subito
- danno non patrimoniale, che comprende il danno biologico, sia temporaneo che permanente
- danno morale ed esistenziale, come ad esempio le modifiche dell’aspetto esteriore e la perdita di opportunità lavorative.
Protesi anca Zimmer e Depuy difettose
Tra i casi di protesi difettose, spiccano gli scandali riguardanti le protesi d’anca in metallo DePuy, ritirate dal mercato nel 2010.
Queste, impiantate in Italia dal marzo 2004, hanno dato luogo a numerosi risarcimenti per i pazienti coinvolti.
Essendo interamente in metallo, rilasciano ioni di cobalto e cromo, causando gravi reazioni avverse, tra cui avvelenamento e dolori muscolari.
Analogamente, anche le protesi d’anca Zimmer, realizzate in metallo e ritirate dal mercato, hanno provocato forti dolori e difficoltà di deambulazione nei pazienti, con elevati livelli di cobalto nel sangue, portando a tossicità e metallosi.
La giurisprudenza ha riconosciuto il nesso di causalità e ha confermato il diritto al risarcimento per i pazienti danneggiati.
Protesi anca titanio difettose
Le protesi Metal on Metal (MoM), costituite da due componenti metalliche che si sfregano durante il movimento, rilasciano microparticelle di ioni cromo e cobalto nel sangue, che possono risultare tossiche in elevate quantità.
Nonostante i noti effetti collaterali fin dagli anni ’70, le principali aziende produttrici hanno continuato a produrre e commercializzare queste protesi per la loro minore usura e maggiore versatilità, specialmente per pazienti giovani e attivi.
Tuttavia, era ben noto che questi vantaggi potevano comportare l’usura delle superfici meccaniche, con conseguente produzione e accumulo di ioni metallici e detriti nei tessuti peri-protesici.
Per tale motivo, chi ne è stato vittima ha diritto al risarcimento per i danni ingiustamente subiti.
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