errore diagnostico

Errore diagnostico risarcimento danni: cosa fare per richiederlo

Un errore diagnostico può avere impatti seri sulla salute dei pazienti, i quali hanno il diritto di ottenere un risarcimento per i danni subiti.

E se anche tu ti sei trovato in una situazione di questo tipo, il nostro team di avvocati specializzati è pronto a fornirti la tutela legale necessaria per farti ottenere ciò che ti spetta.

 

 

Cos’è l’errore medico diagnostico?

La Sentenza n. 47448/2018 della Corte di Cassazione stabilisce chiaramente che l’errore diagnostico si verifica quando:

  • il medico fallisce nell’identificare correttamente la malattia basandosi sui sintomi e segni espressi dal paziente
  • siano stati omessi esami, accertamenti e test che sono essenziali per una corretta valutazione clinica
  • il medico persiste con una diagnosi nonostante le evidenze di sintomi che suggeriscono una condizione diversa.

La chiarezza apportata da questa sentenza mira a ridurre gli incidenti di malasanità, assicurando che i pazienti ricevano il livello di cura che meritano.

Inoltre, stabilisce che nel caso in cui si verifichi un evento di malpractice medica, la vittima ha diritto ad ottenere il risarcimento dei danni subiti.

 

Quando sorge la responsabilità medica per diagnosi errata?

La responsabilità legale nel contesto medico può emergere quando una diagnosi errata è il risultato di un’azione negligente o incompetente del professionista sanitario, che non ha rispettato gli standard accettati dalla comunità medica e le migliori pratiche cliniche.

Attualmente, la normativa di riferimento è rappresentata dalla Legge Gelli-Bianco (Legge 24/2017).

Questa normativa non solo delinea la responsabilità del singolo medico, che è di natura extracontrattuale in base all’articolo 2043 del Codice Civile, ma stabilisce anche la responsabilità delle strutture sanitarie, che è di natura contrattuale in conformità agli articoli 1218 e 1228 del Codice Civile.

 

Quali azioni possono essere intraprese per ottenere un risarcimento?

Se hai subito danni a causa di un errore diagnostico medico, sono diverse le opzioni legali per ottenere un risarcimento:

  • presentare un reclamo all’ente sanitario o all’ospedale responsabile, che potrebbe risolvere il problema internamente o offrire una compensazione diretta
  • se i tentativi di negoziazione falliscono, è possibile avviare una causa civile contro il medico o la struttura sanitaria per dimostrare la negligenza e i danni subiti
  • richiedere una valutazione esterna per confermare l’errore diagnostico e stabilire la responsabilità medica.

Con queste azioni, noi di Sertic possiamo aiutarti a ricevere il risarcimento che meriti e garantire che giustizia sia fatta.

 

La nostra assistenza per ottenere il risarcimento per errata diagnosi

Noi di Sertic comprendiamo pienamente le sfide che affronti nel cercare di far valere i tuoi diritti dopo un’esperienza difficile.

Ma non sei solo in questa battaglia: siamo qui per te.

Ti basta raccontarci cosa ti è successo e ti aiuteremo noi a risolvere il problema.

Il nostro team è composto da avvocati specializzati che lavoreranno instancabilmente per te, tenendoti costantemente aggiornato sullo sviluppo del caso.

Il nostro obiettivo è chiaro: farti ottenere il giusto risarcimento per i danni subiti a causa di errori diagnostici che hanno avuto un impatto negativo sulla tua salute.

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La normativa giuridica in tema di errore diagnostico

Nel corso degli anni, l’approccio giuridico agli errori diagnostici in ambito medico ha subito notevoli cambiamenti in Italia, riflettendo l’evoluzione delle normative specifiche.

Originariamente, nel 2009, non esistevano leggi particolari che regolassero la responsabilità medica, per cui si applicavano i principi generali di colpa, indipendentemente dal grado di gravità dell’errore commesso dal medico.

Tuttavia, nel 2012, la legge Balduzzi ha portato una novità importante: se un medico segue le linee guida e le buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica durante l’esercizio della sua professione, non è penalmente responsabile per colpa lieve, sebbene possa essere ancora tenuto a rispondere civilmente ai sensi dell’art. 2043 del Codice Civile.

Il quadro normativo ha ricevuto ulteriori aggiustamenti nel 2017 con l’adozione della legge Gelli-Bianco.

Questa legge ha abrogato l’articolo 3 della legge Balduzzi, optando per un riferimento più stringente alle linee guida “come definite e pubblicate ai sensi di legge”.

Questo ha stabilito un processo più dettagliato per l’elaborazione e l’emanazione delle linee guida, rafforzando ulteriormente le basi per la responsabilità medica in situazioni di errore diagnostico.

 

Entro quando si può richiedere il risarcimento per errata diagnosi?

Quando si verifica un errore diagnostico, è possibile richiedere un risarcimento danni, ma è essenziale agire entro specifici termini di prescrizione stabiliti dalla legge.

Se si intende procedere contro una struttura sanitaria, il termine per richiedere il risarcimento è di 10 anni.

D’altro canto, se l’azione risarcitoria è diretta verso un singolo medico, il termine si riduce a 5 anni.

Nel caso tragico in cui un errore medico porti al decesso del paziente, i familiari hanno il diritto di chiedere un risarcimento per la perdita del rapporto parentale, e anche in questo scenario, il termine per agire è di 5 anni dalla data dell’evento.

 

Cosa dice la Cassazione sull’errore diagnostico

La recente sentenza della Corte di Cassazione (Cass. Civ., sez III, ord. 17410/2023) ha messo in luce un principio fondamentale nella pratica medica: ogni professionista sanitario è tenuto a interpretare correttamente le immagini diagnostiche, indipendentemente dalla sua specializzazione.

Questo obbligo emerge anche quando il medico non possiede una specializzazione diretta per il tipo di esame eseguito.

La Corte ha chiarito che non è ammissibile attribuire un errore di lettura diagnostica alla mancanza di specializzazione specifica.

Invece, si richiede che il medico, di fronte a possibili incertezze, riconosca i limiti della propria competenza e, se necessario, orienti il paziente verso strutture specializzate capaci di fornire una diagnosi accurata e tempestiva.

Il principio stabilisce quindi che ignorare questa responsabilità, proseguendo senza cercare ulteriori conferme o pareri, configura una grave imperizia.

Tale condotta rischia di lasciare il paziente in una situazione di vulnerabilità, privo della tutela che avrebbe diritto di aspettarsi.

caso sottolinea l’importanza per i professionisti sanitari di agire con prudenza e diligenza, garantendo così la sicurezza e il benessere dei pazienti.

 

 

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