ricorso accompagnamento

Come fare ricorso per l’accompagnamento e quali sono i tempi

Vuoi presentare un ricorso per l’accompagnamento perché l’Inps ha rigettato la tua domanda?

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Cosa è l’indennità di accompagnamento

L’indennità di accompagnamento, istituita dalla Legge n. 18 del 1980, è un beneficio economico destinato agli invalidi civili totali, ossia coloro che sono stati riconosciuti con un’invalidità totale e permanente del 100%.

Tale prestazione assistenziale viene concessa qualora l’invalido, a causa di una minorazione fisica o psichica, si trovi nell’impossibilità di deambulare autonomamente senza l’ausilio permanente di un accompagnatore o necessiti di assistenza continua per il compimento degli atti quotidiani della vita.

Ma cosa si può fare se l’Inps non accoglie la richiesta del paziente?

Te lo spieghiamo subito.

 

Come fare ricorso per l’accompagnamento?

Qualora l’INPS rigetti la domanda di indennità, ritenendo non sussistenti le condizioni necessarie per la concessione del beneficio, è possibile intraprendere un’azione di ricorso per l’accompagnamento contro il verbale emesso dall’ente.

Nel caso in cui venga accolto, il beneficiario riceverà tutte le mensilità arretrate in un’unica soluzione, a partire dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda originaria.

Questo implica che, una volta ottenuto il riconoscimento dell’indennità, l’interessato percepirà non solo l’indennità corrente, ma anche l’intero ammontare delle somme maturate retroattivamente.

 

Quanto tempo ci vuole per un ricorso di accompagnamento?

La legge non stabilisce un termine specifico entro cui il procedimento di ricorso per l’indennità di accompagnamento debba concludersi.

Tuttavia, con l’introduzione dell’accertamento tecnico preventivo, in vigore da circa dieci anni, la durata media dei procedimenti per il riconoscimento di questo sostegno varia generalmente tra i 6 e i 12 mesi.

Tale tempistica può differire a seconda del Tribunale competente, con alcuni che operano con maggiore celerità, mentre altri richiedono tempi più lunghi per la definizione del procedimento.

 

La nostra assistenza

Consapevoli delle difficoltà che puoi incontrare nell’affermare i tuoi diritti, ci impegniamo ad ascoltarti attentamente e comprendere appieno le tue esigenze.

Ti offriamo la soluzione al tuo problema occupandoci di:

  • analizzare la tua situazione e verificare il possesso dei requisiti per il ricorso
  • preparare e presentare il ricorso amministrativo e, se necessario, quello giurisdizionale
  • raccogliere la documentazione medica a supporto della domanda
  • informarti sull’andamento della pratica durante l’intero processo.

Lavoreremo con determinazione per assicurarti il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento e il pagamento degli arretrati.

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Requisiti per l’indennità di accompagnamento

Per avere diritto all’indennità di accompagnamento, è necessario soddisfare i seguenti requisiti:

  • invalidità: essere riconosciuti invalidi civili con un’invalidità totale e permanente del 100%.
  • mobilità e assistenza: essere impossibilitati a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore o avere bisogno di assistenza continua per compiere gli atti quotidiani della vita.
  • cittadinanza e residenza:
  • essere cittadini italiani, cittadini dell’UE residenti in Italia, o cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno ce per soggiornanti di lungo periodo.
  • risiedere in Italia.
  • ricovero: non essere ricoverati in strutture sanitarie con retta a carico dello stato o di altri enti pubblici, o in reparti di lungodegenza o riabilitativi (l’indennità continua invece ad essere corrisposta durante i periodi di ricovero per terapie contingenti).
  • l’indennità è concessa indipendentemente dall’età del beneficiario, dalle condizioni di reddito e dalla composizione del nucleo familiare.

La sentenza della Corte Costituzionale n. 40 dell’11 marzo 2013 ha dichiarato illegittima la norma che subordinava la concessione dell’indennità ai cittadini extracomunitari al possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, rendendo così possibile l’accesso all’indennità anche per i cittadini extracomunitari legalmente soggiornanti in Italia.

 

Indennità di accompagnamento per i minorenni

La Legge n.114/2014 ha apportato significative modifiche a favore degli invalidi minorenni.

Secondo questa legge, un minorenne che riceve l’indennità di accompagnamento non deve più presentare una nuova domanda all’INPS al compimento dei 18 anni.

Prima di questa riforma, al raggiungimento della maggiore età, il beneficiario non riceveva automaticamente alcuna prestazione economica.

Doveva infatti presentare una nuova domanda all’INPS per continuare a percepire l’indennità di accompagnamento o altre provvidenze economiche destinate agli adulti invalidi.

Grazie alla riforma, al compimento dei 18 anni, il minorenne continua a ricevere le prestazioni economiche previste per gli invalidi maggiorenni, senza ulteriori accertamenti sanitari e senza la necessità di presentare una nuova domanda.

 

 

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