Revoca assegno di mantenimento

Revoca assegno di mantenimento: cosa fare

La revoca dell’assegno di mantenimento può essere richiesta in presenza di determinati presupposti e può essere disposta anche con un accordo consensuale tra le parti.

Se vuoi procedere e cerchi assistenza, noi possiamo aiutarti.

 

 

Quando si può chiedere la revoca del mantenimento?

La modifica o la revoca del mantenimento è possibile soltanto se emergono cambiamenti significativi delle condizioni economiche rispetto a quelle esistenti al momento della separazione, sia essa consensuale o giudiziale.

Per esempio, ciò può accadere se:

  • il coniuge che precedentemente era autosufficiente perde il lavoro
  • la persona incaricata di pagare il mantenimento è impedita dal lavorare a causa di malattie
  • il coniuge che paga l’assegno ha un nuovo figlio da un’altra relazione, per cui ha obblighi legali di sostentamento
  • il coniuge che riceve il mantenimento vede migliorare la propria situazione economica per via di un’eredità, l’ottenimento di un impiego o l’inizio di una convivenza stabile con un nuovo partner.

Il Tribunale esaminerà queste situazioni prima di prendere una decisione sulla revisione dell’assegno di mantenimento.

 

Come si ottiene la revoca dell’assegno di mantenimento?

Nel caso in cui le parti concordino sulla modifica o l’eliminazione dell’assegno di mantenimento, si potrà presentare una richiesta congiunta al Tribunale.

Tuttavia, se non vi è accordo, il coniuge interessato ha la possibilità di intraprendere azioni legali individuali conformemente all’articolo 710 del Codice di Procedura Civile.

Dopo aver ascoltato entrambi i coniugi, il Tribunale esaminerà se sussistono le condizioni necessarie per la modifica richiesta.

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E’ possibile la revoca dell’assegno del figlio maggiorenne?

Per annullare l’obbligo di pagamento dell’assegno di mantenimento a favore di un figlio che ha raggiunto la maggiore età, occorre inoltrare una richiesta formale al tribunale, evidenziando che il figlio ha acquisito la capacità di autosostentarsi economicamente. Questo avviene nel momento in cui si può comprovare che il figlio ha ottenuto un impiego il cui reddito gli consente di soddisfare le proprie esigenze di base.

L’età fino alla quale un figlio maggiorenne può ricevere l’assegno di mantenimento dipende dal suo percorso di studi o formazione.

Tuttavia, la Cassazione ha recentemente fissato a 29 anni l’età massima per la cessazione di tale obbligo (secondo la sentenza Cass. 2056/2023).

 

Si possono richiedere indietro le somme già versate?

La Corte di Cassazione ha chiarito che le cifre già erogate per il mantenimento, anche se durante un periodo in cui le condizioni economiche si erano modificate, non sono rimborsabili.

Pertanto, è essenziale agire tempestivamente per rivedere le condizioni di separazione al fine di cessare i pagamenti il prima possibile.

 

Alimenti ai figli fino a quando?

Anche dopo la separazione, i genitori devono continuare a fornire supporto finanziario ai propri figli in base alle proprie possibilità, fino a quando i figli non raggiungono l’indipendenza economica.

Questo principio si applica anche se i figli sono senza lavoro, a patto che la loro disoccupazione non sia dovuta a mancanza di impegno o motivazione, ma piuttosto a circostanze al di là del loro controllo.

 

Come viene stabilito l’importo dell’assegno di mantenimento?

Nel caso di separazione consensuale o divorzio congiunto, l’importo del mantenimento può essere concordato dai coniugi.

Se non c’è accordo, spetta al Giudice stabilire se e in che misura il mantenimento deve essere corrisposto, applicando i criteri previsti dalla legge 898/1970 sul divorzio.

Durante la prima udienza del procedimento, presieduta dal Presidente del Tribunale, vengono emessi provvedimenti temporanei e urgenti, che includono anche una decisione sul mantenimento, valida fino alla conclusione del procedimento o all’emissione della sentenza finale, che determinerà l’ammontare esatto del mantenimento.

 

 

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