casa coniugale separazione

Casa coniugale separazione: a chi viene assegnata

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A chi viene assegnata la casa coniugale?

L’art. 336 sexies c. c., aggiunto dall’art. 55 del D. lgs. 28/12/2013 n. 154, ha stabilito che, in situazioni di separazione o divorzio, la casa coniugale viene solitamente assegnata al coniuge che vive con i figli.

Questo principio mira a preservare la stabilità dell’ambiente familiare e a evitare che i bambini debbano affrontare l’incertezza di un cambiamento di residenza.

Dunque, la casa sarà assegnata alla moglie se i figli vivono con lei, anche se la proprietà è interamente del marito o divisa al 50%.

Tuttavia, è importante notare che il coniuge a cui viene assegnata la casa non acquisisce la proprietà, ma solo il diritto di utilizzo fino a quando i figli non raggiungono la maggiore età e l’indipendenza economica.

Inoltre, il coniuge beneficiario può registrare ufficialmente l’assegnazione per prevenire la vendita della casa da parte dell’altro coniuge, garantendo così che eventuali futuri acquirenti non possano reclamare diritti sull’immobile.

 

A che viene assegnata la casa se non ci sono figli?

Quando una coppia senza figli si separa e i coniugi sono comproprietari dell’abitazione, la normativa generale sulla proprietà viene applicata.

Se non riescono a raggiungere un accordo amichevole, l’unico rimedio legale rimane la divisione della proprietà.

Al contrario, se la coppia si separa ed è in regime di separazione dei beni con la casa di proprietà esclusiva di uno dei coniugi, l’immobile resterà nella disponibilità del coniuge proprietario.

 

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La casa coniugale appartiene a terzi

Se la casa coniugale è presa in affitto, dopo la separazione il canone di locazione sarà a carico del coniuge che continua a viverci.

Potrebbe essere necessario aggiornare il contratto di locazione per indicare che l’abitazione è occupata da una persona sola, informando l’Agenzia delle Entrate.

Per quanto riguarda una casa coniugale di proprietà dei nonni, spetta a loro decidere se continuare a permettere l’uso dell’immobile o se riprenderne il possesso.

Se, ad esempio, i nonni sono i proprietari e il padre lascia l’abitazione, essi possono richiedere che la casa venga liberata.

Generalmente, questo avviene tramite un contratto di comodato gratuito, che consente ai nonni di richiedere la restituzione dell’immobile quando lo desiderano.

Spesso, il contratto prevede che la casa rimanga a disposizione dei nipoti fino a quando non raggiungono la maggiore età o l’autosufficienza economica, garantendo così la continuità della residenza per la famiglia e tutelando le necessità dei nipoti.

 

Le spese di gestione e manutenzione della casa

Il diritto di uso dell’immobile attribuito al coniuge assegnatario implica che quest’ultimo debba affrontare le spese ordinarie legate alla gestione dell’abitazione.

Questo include costi come la tinteggiatura, la manutenzione delle aree comuni come scale e ascensori, se l’immobile è situato in un condominio.

Per quanto riguarda le spese straordinarie, come il rifacimento degli impianti o il restauro degli intonaci, queste rimangono a carico del proprietario dell’immobile.

In caso di comproprietà, quindi, le spese straordinarie dovranno essere condivise tra i coniugi proprietari.

 

L’abitazione spetta anche al compagno o compagna non sposati?

Anche per le coppie non sposate, il diritto di residenza nell’abitazione coniugale è garantito al compagno o alla compagna che il tribunale abbia assegnato come responsabile dei figli.

 

 

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