Ricevere una richiesta di lavoro mentre si è in malattia è una grave violazione dei diritti del lavoratore.
Durante il periodo di malattia, infatti, il dipendente è legalmente tutelato e deve potersi dedicare alla guarigione, senza subire pressioni o ordini da parte del datore.
Se il datore di lavoro ti chiede di lavorare in malattia — o ti minaccia di licenziamento in caso di rifiuto — puoi denunciare il comportamento e ottenere un risarcimento per danni morali e professionali.
Vediamo cosa prevede la legge e come puoi agire in modo sicuro, con l’assistenza gratuita del nostro team legale.
Indice dei contenuti
Lavorare durante la malattia: cosa prevede la legge e perché è vietato
Il lavoratore in malattia ha diritto a sospendere l’attività lavorativa per tutto il periodo indicato nel certificato medico, al fine di favorire la guarigione.
Qualsiasi richiesta del datore di lavoro di svolgere attività — anche parziali o da remoto — costituisce una violazione del diritto alla salute (art. 32 Cost.) e delle tutele previste dall’art. 2110 del Codice Civile.
Il datore di lavoro non può pretendere prestazioni lavorative durante la malattia, né può minacciare sanzioni disciplinari o licenziamento.
Anzi, un simile comportamento può configurare mobbing, abuso di potere o condotta discriminatoria, con conseguente diritto del lavoratore al risarcimento dei danni subiti.
In alcuni casi, è anche possibile segnalare la condotta all’Ispettorato del Lavoro, che può avviare un accertamento e sanzionare l’azienda.
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Quando il datore di lavoro può contattare il dipendente in malattia
Durante il periodo di malattia, il datore di lavoro può contattare il dipendente solo per motivi organizzativi urgenti o comunicazioni necessarie, ma non può in alcun modo richiedere di lavorare o di partecipare ad attività aziendali.
L’eventuale richiesta di aggiornamenti sullo stato di salute o sulla data di rientro deve sempre rispettare la privacy del lavoratore e le indicazioni del medico curante.
Ogni pressione indebita o richiesta di svolgere mansioni — anche leggere o da casa — può essere considerata una violazione dei diritti fondamentali del dipendente e un abuso della posizione datoriale.
In questi casi è utile conservare tutte le comunicazioni (chat, e-mail, telefonate) perché potranno essere utilizzate come prove nel caso di un’azione legale o di una segnalazione all’Ispettorato.
Come documentare le pressioni subite dal datore di lavoro
Se un datore di lavoro chiede di lavorare in malattia, è importante raccogliere e documentare ogni prova utile a dimostrare l’accaduto.
Conservare messaggi, e-mail o registrazioni di telefonate (laddove consentito) può essere determinante per provare la condotta illecita del datore.
È consigliabile inoltre informare immediatamente il medico curante o l’INPS, in modo che la segnalazione risulti ufficiale.
In presenza di più episodi o minacce di licenziamento, si può procedere anche con una denuncia per mobbing o violenza privata.
Un legale esperto potrà guidarti nella raccolta delle prove e nell’impostazione di una strategia efficace per ottenere tutela e risarcimento.
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